Peccati e Peccatori
foto di Ferdinando Mattaboni

I seduttori

di Silvio Ceccato
parte seconda

Da allora sarà tutto un rimando, un sì subito corretto da un ma, un “ma” pronunciato o molto più spesso lasciato sospeso in una scia caricata di rimpianto. Chissà che cosa accende di più: i piccoli sì o i grandi no? Non saprei.
Ciò che so è che se avete creduto a quello che vi si faceva credere dovete prepararvi all’inevitabile: non lo avrete mai. Ma proprio mai. O, se lo avrete, lo avrete in modo talmente strano e “sfiorato” che vi lascerà per sempre la voglia.
Non si creda tuttavia che l’allumeuse operi sempre e solo nel campo per così dire dell’erotico. Per esempio ho avuto modo di osservare da vicino un allumeur insegnante universitario che “accendeva” ben altre fantasie. Lo stile è inconfondibile dalle prime lezioni, impeccabili, curatissime, magnetiche.
Non c’è allievo né allieva che resista alla voglia di approfondire la sua materia, sociologia. Credo che in nessun altro corso si siano comperati altrettanti dispense, pubblicazioni, inediti. Dopo due mesi la classe intera è catturata, ai suoi piedi.
Tutti pronti a depositare in segreteria il titolo della tesi, a sfondo sociologico naturalmente. È allora che lui comincia a insciattire: le lezioni sono inventate al momento, con tutti i vuoti e le impreparazioni di un incapace improvvisatore.
Quel che era “vero” diventa “falso”: "Non ho mai detto questo!" (e cento occhi si sbarrano, “questo” l’ha detto chiaro e tondo e più di una volta; qualcuno vorrebbe anche fargli sentire la registrazione).
Si fa sostituire sempre più spesso e più raramente ricorre al suo fascino. Alla fine del corso arrivano tutti grigi, lui compreso. Ma l’anno che verrà lo rivedrà Circe dei nuovi, ignari approdati. Che cosa vogliono gli allumeurs, con questo offrirsi e ritrarsi, far credere e negare, con questo tenere gli altri sospesi sopra una corda?
Accendere, si è detto, ma in altre parole vogliono soltanto misurarsi. La sfida: io riuscirò a piacerti. Tu mi amerai. Il gioco durerà fin dove arriva la fragilità, più sarà fragile e più la partita sarà lunga perché le conferme chieste aumenteranno.
In qualche disgraziato caso le conferme non basteranno, per quanto numerose e grandi possano essere. Neppure il suicidio della vittima (o partner di gioco) sarà sufficiente. Anche perché sotto quel "io riuscirò a piacerti" c’è un tenero, patetico, disperato "io non mi piaccio, tu fammi da specchio che mi rimandi un’immagine bella, buona, dimmelo tu che sono degno d’amore".
D’altro canto probabilmente chi incontra di frequente e “per caso” l’allumeuse è personaggio altrettanto fragile. Così spaventato da non potere affrontare un rapporto solare? Meglio un "guarda, povero me, che cosa mi capita" piuttosto che cercare chi alle promesse fa seguire il mantenimento? Forse è così.
Al proposito non posso dimenticare un racconto sentito qualche anno fa. Una ragazza molto bella in vacanza al Sud.
Le chiedevano come si difendesse dai focosi latin lovers locali. "Semplicissimo", rispose lei, "quando mi si avvicinano in gruppo con qualche complimento un po’ forte, io mi faccio ancora più presso, ne guardo uno diritto negli occhi e a voce ben chiara dico: “che bel culo hai, che cosa fai questa sera?”. Scappano come scarafaggi durante la disinfestazione... ".

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