Così va il mondo

NO alla "leva" obbligatoria!

di Luciano Garibaldi
parte seconda

Re Luigi XVI era stato infatti decapitato il 21 gennaio 1793. Ma non fu questo pur terribile episodio a scatenare la rivolta della Vandea. La rivolta, infatti, scoppiò a Cholet, capoluogo della Vandea, tre mesi dopo l’assassinio del Re, allorché padri e madri, nonne e nonni dei ragazzi che si erano nascosti per non farsi prendere dai gendarmi venuti da Parigi, aggredirono i "blu" (ossia 91 sbirri della Rivoluzione, dal colore delle loro divise) con ogni tipo di arma forconi, falci, bastoni, vecchi archibugi.
Mentre il comando dei "blu" stava studiando la rappresaglia, una folta delegazione di abitanti di Cholet si recò al castello di La Durbeillère chiedendo al conte Henri de La Rochejacquelein, un giovane uomo di appena 20 anni noto per la sua bontà non meno che per la sua bellezza, di mettersi alla loro testa. Il giovane cercò invano i dissuaderli. Alla fine accettò di diventare il loro capo militare pronunciando queste parole, che resteranno per sempre impresse nella memoria dei pochi che scamperanno: "Signori, io non sono che un ragazzo.
Ma se è al mio coraggio che voi fate appello, ebbene io mi mostrerò degno di comandarvi: se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se muoio vendicatemi". Così nascevano i capi, in Vandea. (Mussolini, che si approprierà della famosa frase, non si vanterà mai di averla coniata lui, ma la attribuirà "ad un eroe della Rivoluzione francese", mentre invece era stata di un eroe della Controrivoluzione.
Una bella differenza! Evidentemente Mussolini, in quanto ex socialista, subiva anch’egli il fascino sinistro e malato di Robespierre e della Rivoluzione francese). Ma torniamo alle vicende della eroica Vandea. In realtà, i giovani vandeani non si dichiarano renitenti per vigliaccheria, non disertano perché hanno paura di morire al fronte, bensì perché non sopportano più la spocchia e la prepotenza dei "rivoluzionari".
Frattanto, a Parigi, il Parlamento, che adesso ha assunto il nome di Convenzione, vara l’ultima delle leggi sulla leva obbligatoria la legge 23 agosto 1793, che decreta la "leva in massa". Cioè, tutti i cittadini, maschi e femmine, di età compresa tra i 16 e i 60 anni, sono mobilitati per far fronte al nemico interno (la Vandea e la Bretagna, che, nel frattempo ne ha seguito l’esempio) ed esterno (la Coalizione monarchica d’Europa).
La stessa cosa (con un "decreto del Fuhrer" praticamente identico) farà Hitler nel 1944. Come ben si vede, rivoluzionari di sinistra e fanatici estremisti cosiddetti di destra sono perfettamente simmetrici, mentre l’eroismo, la moderazione e la vera virtù stanno nel culto della tradizione, della religione, della monarchia, nell’ubbidienza al Papa e al Re. La rivolta della Vandea finì come purtroppo era inevitabile finisse (dato anche il tradimento degli inglesi, che non le fornirono né uomini né armi), in un terrificante bagno di sangue.
E quindi anche per le dimensioni spaventose del massacro, il primo, autentico genocidio della storia, che la Vandea riveste un ruolo tanto fondamentale nella storia contemporanea. Oggi non vi sono più chiese del 1700 e dei secoli precedenti, in Vandea. Eppure erano bellissime.
Furono distrutte dalle "colonne infernali" di Turreau, tra il gennaio e il luglio 1794. Oggi, in Vandea, le chiese sono tutte brutte: enormi edifici spogli costruiti nel secolo scorso. Ma la gente ci va a pregare con una fede che commuove, nel ricordo dei martiri che osarono dire no alla leva obbligatoria.

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