L'arte
Nelle foto sopra : il soffitto

sotto:particolare del S. Michele Arcangelo

LA SALA CAPITOLARE

di Ferdinando Zanzottera

Nella foto sopra: la Sala Capitolare.

sotto: un affresco di Biagio Bellotti.

Dopo la chiesa con il coro per la preghiera, questa sala era il luogo più sacro del monastero: ci si radunava per le letture conventuali, ma anche per discussioni e per gravi decisioni.

Le scelte monastiche la comunità certosina le assunse fraternamente nella Sala Capitolare poco discosta dall’abside. Attraverso una porta lignea intagliata, infatti, dalla navata della chiesa si accede al capitolo monastico, alle pareti del quale sono posti gli stalli lignei eseguiti da Giuseppe Bosso nel XVIII secolo.
Rimaneggiati nella loro struttura essi contribuiscono a creare un tono caldo nell’ambiente, nel quale furono eseguiti alcuni affreschi dal canonico Biagio Bellotti.
Egli fu chiamato dalla comunità monastica per effigiare il martirio dei certosini inglesi, durante le lotte tra protestanti e cattolici.
Nel corso degli ultimi restauri nella volta della Sala Capitolare si è scoperto un affresco attribuito dalla Bandera a Bernardo Zenale raffigurante San Michele Arcangelo.
Si tratta di un rinvenimento eccezionale del tutto inaspettato poiché nessun documento noto fa menzione di una tale raffigurazione.
Specularmente alla sala capitolare si trova la sacrestia decorata con affreschi anonimi reintegrati nel corso dell’intervento di restauro realizzato in occasione del Giubileo del 2000. Sulla parete orientale di detta sacrestia vi è la raffigurazione pittorica di Santa Caterina affiancata da due monaci. Si tratta di un affresco legato al culto della santa senese e che riporta alla memoria Dom Stefano Maconi, uno dei primi priori della Certosa milanese.


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